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SCOLIOSI


La Scoliosi è una forma di dismorfismo ed è una condizione che implica una complessa curvatura laterale e di rotazione dei corpi vertebrali della colonna vertebrale.

La rotazione delle vertebre determina il gibbo, in genere costale.

Esistono delle eccezzioni in cui non vi è rotazione ma vi è " atteggiamento scoliotico".

La colonna vertebrale scoliotica contiene muscoli atrofici ad un lato e ipertrofici dall'altro che la deformano ed è spesso associata a cifosi e lordosi.

L'altezza dei dischi intervertebrali e delle vertebre diminuisce dal lato concavo della flessione: il corpo vertebrale diventa cuneiforme.

DIAGNOSI

I Pazienti che presentano scoliosi vengono inizialmente esaminati per determinare se la deformità è una causa sottostante.

Durante l'esame, al paziente viene chiesto di mettersi a petto nudo e di piegarsi in avanti.

Questo è noto come test Adams con il piegamento in avanti e viene spesso effettuato su pazienti giovani. Se si nota un rilievo, si ha la possibilità che sia presente una scoliosi e quindi il paziente viene inviato a compiere un esame radiologico per confermare la diagnosi.

Viene, in seguito, valutata la capacità di deambulazione del paziente e si controlla la presenza di altre anomalie.

Quando si sospetta scoliosi, vengono effettuate delle radiografie, in carico, complete della colonna, sia in anteroposteriore che in laterale.

La radiografia, su tutta la lunghezza della colonna vertebrale in piedi, è il metodo standart per la valutazione della gravità e della progressione della scoliosi, e permette, inoltre di valutare se è congenita o idiopatica.

Misurazione dell'angolo di Cobb

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Il metodo standart per valutare quantitativamente la curvatura è la misura dell'angolo di Cobb.

Per i pazienti con due curve, gli angoli di Cobb sono calcolati per entrambre le curve.

L'entità della deviazione scoliotica viene espressa in gradi. Il sistema di misurazione viene eseguito tracciando due linee passanti per il piatto superiore ed inferiore delle vertebre limitanti la curva e a queste le rispettive perpendicolari.

L'angolo che viene a formarsi è detto angolo di curvatura o angolo di Cobb.

Generalmente si considerano casi indicativi di scoliosi valori superiori ai 5 gradi. La mggior parte delle scoliosi presenta curvature tra i 5 e i 30 gradi; se la curva supera i 30 gradi si è in presenza di una curva molto notevole.

Nel periodo dell'accrescimento, le curve dorsali sono le più instabili e le curve lombari le più stabili; in età adulta al contrario

TRATTAMENTO

ESERCIZI FISIOTERAPEUTICI SPECIFICI PER LA SCOLIOSI

La ricerca scientifica ha dimostrato che per una malattia muscolo-scheletrica come la scoliosi un buon approccio conservativo basato sull’ uso di esercizi specifici cerca quindi di compensare o, se possibile, prevenire un simile danno secondario e mira a prevenire la progressione della scoliosi e il conseguente uso del corsetto. Se il disallineamento della colonna è molto lieve, l’inizio del trattamento può prevedere la sola osservazione, oppure, in casi che necessitano un trattamento correttivo, la scelta degli esercizi, che, se non sufficienti, verranno affiancati all’uso del corsetto (di diversa tipologia e con diverso dosaggio, a seconda della gravità della situazione), con l’obiettivo finale di evitare l’intervento chirurgico. Fra i più conosciuti metodi di trattamento con esercizi ce ne sono alcuni che sono rimasti immutati (Mézières, Sohier, Klapp o Dobomed) ed altri (Schroth, RPG, SEAS) .

Nei pazienti con scoliosi minori, il primo obiettivo è quello di cercare di evitare il corsetto. Nei casi un po’ più gravi, che necessitano l’uso dell’ortesi, gli esercizi non possono sostituirsi ad esso, ma devono lavorare in sinergia. Sarà proprio l’associazione dei due trattamenti che eviterà gli effetti dannosi del corsetto e che permetterà di aumentarne l’efficacia e di mantenere la stabilità del rachide. Gli obiettivi specifici del trattamento si definiscono a seconda della fase di trattamento in cui ci si trova. All’inizio, quando le ore di corsetto sono tante, è consigliato inserire nel programma anche degli esercizi mobilizzanti da effettuare senza corsetto, mirati a migliorare la mobilità della curva verso la correzione. In tal modo si facilita l'intervento correttivo del corsetto e si sfruttano al massimo le spinte correttive inserite all’interno. Pian piano, quando le ore iniziano a diminuire, è fondamentale che il ragazzo impari a correggere attivamente le sue curve e che venga inserita l’autocorrezione anche nei gesti più quotidiani, come, ad esempio camminando, scrivendo, leggendo un libro, saltando… Quindi, la scelta degli esercizi con o senza corsetto dipende dalla fase della terapia, dalla capacità del ragazzo di autocorreggersi e dalla rigidità della colonna vertebrale. Alla diminuzione delle ore di indossamento, gli esercizi diventano sempre più importanti, per consolidare la correzione attiva, garantire il sostegno della colonna e il mantenimento del risultato raggiunto.

E' di fondamentale importanza che il paziente sia seguito da personale altamente specializzato come ad esempio la figura del Fisioterapista.

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