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DISTORSIONE DELLA CAVIGLIA


Nella distorsione alla caviglia quasi sempre rimane un dolore residuo abbastanza significativo che comporta una limitazione funzionale. Anche dopo che il trauma è stato curato si ha una percentuale di pazienti, che lamentano una sintomatologia cronica caratterizzata da sinoviti, tendinopatie, rigidità, aumento di volume, dolore ed insufficienza muscolare, associati o meno ad instabilità del collo del piede con difficoltà a deambulare su terreni irregolari o episodi distorsivi recidivanti, a prescindere dal trattamento dell'episodio acuto. Questo avviene perché il danno del trauma distorsivo non avviene solo a carico del tessuto legamentoso, ma anche del tessuto nervoso e muscolo-tendineo, intorno al complesso della caviglia.

I traumi distorsivi possono essere acuti (in seguito ad urti, contrasti, scontri o improvvisi cambi di direzione) o cronici (dopo carichi notevoli e prolungati).

L'evento traumatico può portare, ad una patologia articolare suddivisa in due quadri:

quello della lassità, con lesioni capsulari, distensioni e lacerazioni del comparto legamentoso laterale e mediale della tibiotarsica e della sottoastragalica, che determinano una escursione articolare oltre i limiti fisiologici;

quello dell' instabilità, si avverte come un segno di cedimento articolare durante il gesto sportivo anatomopatologicamente obiettivabile in una rottura più o meno totale dei legamenti.

Una caviglia lesa e instabile rappresenta il presupposto di distorsioni recidivanti, si comprende quindi l'importanza di una buona rieducazione dopo un episodio distorsivo.

La Sintomatologia:

  1. Dolore vivo, localizzato a livello della zona anteriore del malleolo peroneale, che insorge durante la palpazione;

  2. Tumefazione modesta o cospicua a livello periarticolare ed articolare, segno della rottura della piccola arteriola passante al di sopra del legamento peroneo-astragalico anteriore;

  3. Limitazione funzionale causata dal dolore che il paziente avverte durante i movimenti dell'articolazione;

  4. Instabilità dell' articolazione tibio-tarsica

Nella fase di rieducazione funzionale si mira al:

a) Recupero della propriocettività;

b) Recupero della forza;

c) Prevenzione delle recidive.

Per raggiungere questi obbiettivi si utilizzano massaggi, terapie fisiche, tecniche di mobilizzazione, la Riabilitazione funzionale, Il Bendaggio funzionale (Taping) che previene l'insorgere di ricadute o recidive quando si riprende l'attività motoria; evita i danni di una prolungata immobilizzazione o inattività funzionale; riduce i tempi di recupero

Il Nostro Consiglio:

Qualora si riporti una distorsione alla caviglia in luoghi avversi, lontano da possibili soccorsi, è bene non togliersi la scarpa per esaminare la lesione. Il conseguente dolore associato a gonfiore potrebbe infatti ostacolare il reinserimento del piede nella scarpa.

Rivolgersi al più vicino presidio ospedaliero cercando di non caricare con il peso la caviglia interessata. Una volta stabilita l'entità del danno non trascurare il problema, che potrebbe aggravarsi e riportare ulteriori danni, ma rivolgersi quanto prima a strutture specializzate per il recupero funzionale alla normale attività della vita quotidiana.

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